Progetto Calcio Inclusivo

Il nostro modo di fare calcio, si chiama: Calcio Inclusivo!

“Un nuovo modo di fare calcio” diviene subito il motto dell’associazione al quale poi abbiamo dato il nome di “Calcio Inclusivo”! Non è solo il semplice giocare a calcio insieme che rende questo nuovo modo di fare calcio speciale… ma è il giocare a calcio nella diversità delle caratteristiche personali, nella condivisione dei valori dello sport, dell’uguaglianza, della socialità e della vita stessa. Noi giochiamo a calcio per divertirci e per vincere sul campo, insieme, quelle partite che vorremmo vincere nella vita, consapevoli di far parte di una squadra.

Nel Gennaio 2017 nasce l’Associazione di promozione sociale e sportiva dilettantistica “Il Ritrovo” che ha come valori proprio la formazione alla diversità e l’inclusione sociale.

Eccoci qui, con la nostra bella squadra e la nostra bella famiglia! Un grande successo in termini sportivi ed… educativi.

La nostra è una storia breve certo ma oggi sentiamo l’esigenza di raccontarla. Non vogliamo darci etichette, stiamo facendo un nuovo modo di fare calcio, dal calcio per disabili al calcio integrato o al calcio inclusivo…insomma calcio!
E allora vi raccontiamo di seguito come dalla passione in comune per lo sport e dalla diversità è nato il tutto.
Cominciamo dall’idea, avuta e sviluppata dal nostro Presidente dell’associazione “Il Ritrovo” Andrea Mori, prima ancora di fondare l’associazione stessa.

2014-2016 L’inizio

Firenze, Cooperativa Sociale per persone diversamente abili “Gaetano Barberi”, direttore Andrea Mannucci. Un giorno qualunque, l’ennesimo giorno di lavoro del nostro Andrea, allenatore tesserato FIGC ed educatore. Momento di pausa delle attività, Andrea e i “ragazzi” chiacchierano. Di cosa parlano? Della loro passione in comune: il calcio! Che sia la Fiorentina, la nazionale, il calciomercato, l’idolo calcistico, le formazioni di serie A poco importa, tanto sappiamo tutti di cosa parliamo vero? È la classica situazione che vediamo quando andiamo a fare colazione al bar o a fare la spesa al mercato. Un vero appassionato di calcio poi oltre a vedere le partite e a parlarne con gli amici, se ne ha la possibilità e il tempo, cosa fa? Gioca a calcio!

Ma loro ci giocavano? Le persone disabili possono giocare a calcio? Si può? “Possiamo?” Sì! Secondo Andrea sì, bisogna solo organizzarsi e…oltre ad avere le competenze tecniche per allenare e quelle pedagogiche per educare, rimane un elemento essenziale: un gran sorriso e tanta passione, perché lo sport è prima di tutto divertimento!!!

Ecco dunque il progetto di Andrea, avviato con sette utenti delle due cooperative sociali aderenti, la Coop. Soc. “Gaetano Barberi” e la Coop. Soc. “La Riforma”: una squadretta di calcio per persone diversamente abili, con allenamenti effettuati in un vero campo sportivo. Una volta a settimana, Andrea e i ragazzi cominciarono ad allenarsi e nel giro di due anni, tempi normali per i cambiamenti sociali, molte barriere si frantumavano favorendo di fatto le relazioni e i legami fra i partecipanti al progetto, non solo i ragazzi ma anche gli operatori che collaboravano, i genitori e tutti coloro che ruotavano intorno come attori passivi.

2016-2017 Il gruppo diviene squadra

I ragazzi erano contenti, l’allenamento di calcio per gli utenti delle cooperative, nonostante le difficoltà dovute alla lontananza del campo, stava dando dei buoni risultati. In tutto questo però Andrea non era completamente soddisfatto. Cosa mancava ancora? Cosa bisognava risolvere? Quali erano le nuove esigenze? Quali le opportunità da sfruttare?

Tra le varie ipotesi la risposta era chiara: creare un senso di appartenenza in un contesto inclusivo e quotidianamente vissuto, cosi da favorire relazioni ed esperienze non solo con l’ambiente sportivo ma col territorio in generale. Ma come è stato possibile in concreto arrivare a questo importante cambiamento? Beh, merita di essere raccontato!

Il nostro Andrea cominciò a presentare il progetto, cercando disponibilità da parte delle varie società sportive di Firenze ma nulla, il suo obiettivo veniva ripetutamente ostacolato, così da rimanere in panchina fino a Giugno 2016 quando ci fu la svolta.
Partita di chiusura dell’anno, svolto per comodità in un campo più vicino a tutti, ovvero quello della società sportiva Floriagafir, del quartiere 2 di Firenze. Molti fiorentini la conoscono, proprio come il nostro Andrea che sin da piccolo per molti anni in quel campo si era allenato e divertito. Finita la partita, i ragazzi e gli operatori si salutano e festeggiano, nel mentre ecco che accade l’inatteso: il presidente della società, nella persona di Paolo Ricci, si avvicina al nostro Andrea e con il sorriso negli occhi e la serenità nella voce gli dice: “Andrea, questa è una bellissima idea, perché non fai qui gli allenamenti?”

A volte ciò che ci serve è proprio sotto i nostri occhi…

2017-2019 Un nuovo modo di fare calcio

Dopo pochi mesi di allenamento presso la nuova struttura, grazie alla Floriagafir il nostro progetto rappresentava e rappresenta tutt’oggi il settore “sociale” della società sportiva. Allenarsi in un campo sportivo attrezzato e inserito nel vivo di un quartiere porta con sé molti benefici e possibilità d’integrazione nel tessuto sociale urbano.
Da quel momento non eravamo più un gruppo di utenti diversamente abili con la passione per il calcio che una volta a settimana si allenava insieme agli operatori, ma una squadra. Sì, una squadra di calcio vera e propria, con atleti, dirigenti e allenatori tutti appartenenti alla stessa società sportiva con tanto di borsoni, divise e con la voglia di condividere il proprio tempo sia dentro che fuori dal campo.

A questo punto appariva chiaro quanto fosse potente questo strumento nel favorire le relazioni e nel superare le barriere. Allora ecco che Andrea si pone una nuova domanda: perché non permettere anche ad altre persone, oltre agli utenti delle due cooperative, di fare parte della squadra? Non solo persone diversamente abili, ma per tutti coloro che vogliano parteciparvi. Una squadra come opportunità sia per chi è ai margini della società che non, una squadra come occasione d’incontro nella diversità, insomma il ritrovo per chi ha la passione del calcio senza etichette, barriere sociali o culturali.

Ed eccoci giunti alla fine… alla fine? No, assolutamente no! Eccoci giunti ad oggi, ma non sicuramente alla fine del nostro percorso. La squadra e noi tutti del “Il Ritrovo” abbiamo fatto sì che la passione per il calcio ci portasse ad essere molto di più di un semplice passatempo o attività sportiva. Abbiamo fatto tanti allenamenti, condiviso momenti fuori e dentro al campo, giocato tante partite con altre realtà presenti sul territorio fiorentino e non.

Ora però ci aspetta una nuova sfida, una sfida che vede la diversità farsi partecipe dell’uguaglianza e dove l’educazione porta i suoi valori alla luce, ricordandoci sempre di andare oltre le etichette per incontrare l’altro in un campo da calcio così come nella vita.

TO BE CONTINUED…