Storia di una Società "Normale"
Nella società dove viviamo, i luoghi sono tutti perfettamente conosciuti cosi come le strade con cui sono collegati. Ognuno sa sempre dove andare e che strada prendere per arrivarci, nessun rischio, zero problemi. E allora? Vi starete chiedendo… dove stà il problema?
Beh a prima vista non sembra proprio esserci. Ma se si guarda con maggiore attenzione è possibile notare che quello che vediamo è solo la punta di un iceberg.
Non tutte le persone all’interno della società percorrono le stesse strade e frequentano gli stessi luoghi… molte stanno più lontani, ai margini di quella società che noi tutti conosciamo e viviamo ogni giorno. Ci sono pochissime strade che ci arrivano, ma non sono percorsi a doppio senso, ma a senso unico! Le persone che in questi luoghi vivono, li rimangono! Le strade che la società ha costruito per loro sono queste, non c’è scelta…
“Ma chi sono in concreto queste persone?” Tutti coloro che non riescono a manifestarsi completamente nella società. Chi ha una disabilità intellettivo relazionale e/o fisica, problemi psichiatrici, un vissuto di disagio sociale, immigrati ecc… E a questo punto vi chiederete “Ma sono realtà cosi diverse l’uno dall’altro, cosa hanno in comune?” In comune hanno il fatto di vivere la loro vita con un etichetta sociale addosso e con strumenti, chi per un motivo chi per un altro, non da subito adeguati per inserirsi al meglio nella società. Per questo rimangono relegati in questi laggiù…
“E gli strumenti…cosa sono?” Gli strumenti sono quelle caratteristiche individuali che favoriscono o ostacolano la vita nella società e determinano la propria condizione iniziale. Quelle che solitamente rappresentano un ostacolo sono per esempio la non piena dimestichezza della lingua e/o capacità comunicativa in generale, la diversità culturale, la difficoltà nel relazionarsi e creare rapporti significativi, la complessità nel comprendere e nell’adattarsi alle situazioni, l’accettazione e il rispetto delle regole sociali, la non piena autonomia negli spostamenti sul territorio, ecc…
“E per quanto riguarda l’etichetta sociale? E’ l’altra barriera, forse la più difficile da abbattere, rappresentata dalla società costruita e pensata per tutte quelle persone “normali” che credono di rappresentarla in tutto e per tutto. Per questo la diversità ovvero tutto ciò esce da quei parametri accettati e condivisi viene etichettata socialmente come “altro”, come qualcosa di fondamentalmente “difettoso”, meno importante, fragile, da curare, compatire, assistere, ignorare, a volte pure disprezzare e di fatto allontanare in luoghi lontani, ai margini della società, collegati da strade a senso unico.
A queste strade la società ha dato il nome di “Inclusione Sociale”, fondato sulla convinzione che qualcuno sia migliore o più importante di un altro, solo perchè ha maggiori capacità o è maggiormente in linea con i canoni ritenuti “normali”.
La verità è che ogni persona è diversa da un altra! Siamo tutti diversi e diversamente abili in qualche modo, è questo che ci rende unici!
Da questa riflessione emerge che non esiste una società “normale” e un marginalità sociale da reinserire, ma singole persone ognuna con un proprio percorso individuale all’interno della stessa società da educare.
Su queste fondamenta nasce la nostra filosofia di Inclusione Sociale e Educazione alla cultura della diversità… nasce IL RITROVO!